La mostra Direzione mette in evidenza l’importanza della documentazione d’archivio declinandola sulle opere dell’artista piemontese Giovanni Anselmo.
Archivi è un progetto che prende avvio con la nuova direzione della G.A.M. (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino assegnata a Carolyn Christov-Bakargiev) ed è stato affidato al dipartimento curatoriale della stessa galleria nelle persone di Maria Teresa Roberto e Gregorio Mazzonis. Quest’ultimo descrive Archivi come una nuova serie di appuntamenti che valorizzano l’impulso all’archiviazione di materiali e documenti originali, reso ancor più pregnante nell’era della smaterializzazione digitale. L’idea è quella di esporre accanto a un’opera d’arte una serie di documenti originali d’archivio e fotografie oltre ai cataloghi delle mostre e alle riviste dell’epoca per ricostruire, attraverso un metodo archivistico, la storia di queste opere, contestualizzandole e dando conto delle ragioni storiche della loro nascita.
I progetti espositivi verranno affidati di volta in volta a curatori diversi con l’obiettivo di portare sulla scena dell’arte opere o eventi spesso poco visibili al grande pubblico ma sempre contestualizzate e valorizzate dalla presenza di materiale d’archivio che rafforza la visione dell’opera vivificandola.
Archivi, la denominazione è già sintomatica della sua missione, è sicuramente una sezione del museo in cui è possibile apprezzare appieno un’opera godendo della presenza di raccolte d’immagini e documenti rari che permettono al fruitore di comprendere il significato dell’opera contestualizzandola in quello che è stato l’ambito sociale e artistico in cui è stata realizzata.
Come lo stesso Gregorio Mazzonis, curatore della G.A.M., dichiara, Archivi ha l’obiettivo “di creare degli appuntamenti espositivi, non necessariamente focalizzati su un periodo storico, che si terranno di volta in volta in spazi espositivi diversi all’interno del museo a seconda del tipo e delle dimensioni del progetto, e che riflettono una differente impostazione curatoriale e metodologica che tiene proprio conto del contesto in cui l’opera o le opere nascono e dunque della relazione tra le diverse discipline e campi dell’esperienza umana”.
Il primo artista a essere presentato all’interno di questo spazio è Giovanni Anselmo (Borgofranco di Ivrea, 1934) con una delle sue opere d’esordio: Direzione (1967), presentata l’11 aprile 1968 alla sua prima personale presso la Galleria Sperone di via Cesare Battisti 15, a Torino.
La galleria, che fin dai suoi esordi (1964) dettò le sorti del capoluogo piemontese per la presentazione di artisti americani della Pop Art, si è da subito imposta come anticipatrice di tendenze e, soprattutto, come incubatrice di quei giovani artisti emergenti che avrebbero dato il via, da lì a poco, al movimento dell’Arte Povera.
Gian Enzo Sperone divenne il gallerista di rifermento per questi artisti emergenti esponendo le loro prime opere e consacrandoli sul mercato internazionale. È il caso anche di Anselmo che esordisce con una collettiva presso Sperone per, poi, inserirsi fra i protagonisti della mostra Con-temp-l’azione (1967), curata da Daniela Palazzoli. Chiudendo con personale la cui produzione è definita “panteismo energetico” dallo storico dell’arte Germano Celant.
L’attuale mostra personale su Giovanni Anselmo traccia così il percorso dell’artista attraverso le testimonianze scritte di coloro che sono stati i testimoni della sua arte energetica e, in particolare, di Direzione che, oltre a essere stata presentata per la prima volta da Sperone, sarà esposta fra le opere installate nel Deposito d’Arte Presente. Lo spazio pubblico di via San Fermo 3 a Torino, finanziato dal collezionista Marcello Levi e da Gian Enzo Sperone per la promozione di artisti europei e americani, era un luogo deputato all’arte in senso esteso poiché, oltre all’attività espositiva, si tenevano conferenze e dibattiti nonché azioni teatrali come Orgia di Pier Paolo Pasolini.
Di questi passaggi importanti, sia per la città di Torino che vedeva emergere un nuovo movimento fra le sue strade sia per l’artista e la sua opera, la mostra espone materiale d’archivio formato da alcuni scatti esclusivi realizzati da Paolo Bressano nel giugno del 1968. Altro materiale inedito, oltre all’opera stessa che appartiene alla collezione privata Tucci Russo, sono i fotocolor originali a corredo del testo critico “Nuovo alfabeto per corpo e materia” di Tommaso Trini, pubblicato nel gennaio 1969 fra le pagine di Domus.
Archivi è la dimostrazione di come l’archiviazione sia uno strumento utile e indispensabile per la realizzazione e la strutturazione a livello scientifico di una buona mostra, in grado di dimostrare attraverso documenti originali la formulazione e la realizzazione di un percorso artistico che coinvolge direttamente l’artista e la sua opera ma che, indirettamente, coinvolge la memoria collettiva del mondo dell’arte. Che, per definizione, non si può privare del patrimonio archivistico perché altrimenti perderebbe la propria attuale identità.
Valeria Ceregini
Copertina: Giovanni Anselmo, Direzione, 1967.
http://www.gamtorino.it/mostra.php?id=572
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