Archivio: un’opera su cui investire. Tutela e promozione, questo chiedono  i produttori ed i fruitori dell’arte. Ma non solo.

«Dammi risposte concrete». Con questo incipit si apre un graphic novel di recente pubblicazione, protagonista uno scrittore in crisi ricoverato in reparto psichiatrico (Gipi). La richiesta di risposte concrete risente di uno spaesamento culturale che investe diversi ambiti, tra cui l’arte non fa eccezione; anzi, i fatti di cronaca legati al mercato (vedi il Balloon Dog di Jeff Koons venduto a 58 milioni di dollari da Christie’s) contribuiscono a creare l’idea di un sistema incomprensibile ai più.
L’opera d’arte è un bene complesso ed il suo mercato è di per sé incerto e poco chiaro, come la disciplina che lo regolamenta.
Mercato, museo e collezionismo sono le energie motrici che determinano e permettono il funzionamento del sistema dell’arte. Regola fondamentale per garantirne il meccanismo è la validità del certificato di autenticità.
Il grande tema da affrontare oggi, per capire mercato e società, è come lavora l’archivio e la memoria storica nel contemporaneo e quanto sia tutela che promozione siano ad esso intrinsecamente legate.

Ai risultati “astratti”, spesso speculativi, del mercato dell’arte, corrisponde un mondo di archivi, fondazioni, associazioni che portano avanti un impegno “concreto” di conservazione, valorizzazione e divulgazione.

Concept sketch for The Museum of Modern Art. View of the Sculpture Garden entrance on 54th Street. © 2014 Diller Scofidio + Renfro, Mytemplart Magazine

Concept sketch for The Museum of Modern Art. View of the Sculpture Garden entrance on 54th Street. © 2014 Diller Scofidio + Renfro

 

Queste, dunque, sono le domande a cui dobbiamo rispondere per ritrovare i punti cardinali del sistema dell’arte: qual è oggi il ruolo dell’archivio d’arte pubblico e privato, di artisti storicizzati e contemporanei? Come operano le case d’asta ed i galleristi in campo di tutela e promozione? Quali sono le necessità di trasparenza e riservatezza? Qual è il ruolo dei critici, delle Accademie, dei Licei e delle Università in questo sistema?
Ed infine, i sistemi informatici ci permettono di archiviare tutto. Come può un produttore d’arte emergente promuovere e tutelare la propria opera, per inserirsi in un panorama così complesso e variegato?

E noi osservatori ed interpreti di questo sistema, come possiamo dare un punto di vista chiaro su questi temi? Cosa fare, dunque?
Si deve accettare la sfida portata dalle nuove tecnologie; si devono far fluire più liberamente opinioni, esperienze, sensibilità ed aspirazioni, creando dibattiti e non monologhi. Si deve tornare a guardare al mondo della formazione, perché il gusto artistico non è più il prodotto di uno schema educativo imposto dalla didattica, ma il frutto di una contaminazione di linguaggi che dipende sempre più dall’interazione di tendenze talvolta opposte. La sfida della contemporaneità è, come spesso accade, superare queste apparenti antinomie per arrivare ad una nuova sintesi.

 

Man Ray. Laboratory of the Future. 1935. Gelatin silver print, 9 1/16 x 7″ (23.1 x 17.8 cm). The Museum of Modern Art, New York. Gift of James Johnson Sweeney © 2014 Man Ray Trust / Artists Rights Society (ARS), New York / ADAGP, Paris

Man Ray. Laboratory of the Future. 1935. Gelatin silver print, 9 1/16 x 7″ (23.1 x 17.8 cm). The Museum of Modern Art, New York. Gift of James Johnson Sweeney © 2014 Man Ray Trust / Artists Rights Society (ARS), New York / ADAGP, Paris

L’archivio è lo spazio di riflessione necessario da cui ripartire per approfondire temi d’interesse generale, quali le diverse procedure di archiviazione e autenticazione, le nuove tecniche artistiche, il problema dei falsi e quindi il valore economico dell’oggetto artistico.
MytemplArt Magazine nasce dalla volontà di promuovere un vero e proprio progetto culturale: creare una coscienza condivisa sulla considerazione dell’archivio come base per il futuro dell’arte. Attraverso una mappatura degli archivi dell’arte, come in un viaggio a stazioni, vi porteremo, di volta in volta, a puntare i riflettori su alcune esperienze di interesse, europee e non, grandi e piccole, nate dall’iniziativa pubblica o privata.
Nel numero zero di MytemplArt Magazine scopriremo istituzioni milanesi, il Museo Diocesano di Milano e la Fondazione Giulio Paolini di Torino; conosceremo il volto inedito della Certosa di Parma a cui Stendhal ha dedicato il suo famoso romanzo; incontreremo collezionisti che hanno dato vita ad istituzioni di tutela dell’opera di artisti viventi e guarderemo al mercato dell’arte asiatico; conosceremo il punto di vista degli artisti ed indagheremo esempi di sistemi formativi a Milano e Londra.
Vogliamo offrirvi un magazine che affronta spazi e società del mondo dell’arte e mette a sistema diverse realtà sostenendo una cultura divulgativa che opera in termini volutamente piani e comprensibili. Sosteniamo la cultura che crea sviluppo e quella che riesce a gettare un ponte tra domini di senso che fino a un momento prima apparivano difficili da collegare. Un tema che ha qualcosa a che spartire anche con la nascita di questo nuovo giornale. Benvenuti.

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