Che lo si ami o lo si odi è inutile negarlo, la mostra di David LaChapelle al Palazzo delle Esposizioni di Roma stuzzica gli appetiti voyeuristici anche dell’animo più irreprensibile…

E staccare gli occhi da alcune sue fotografie è difficile. Soprattutto perché per cogliere il significato e ricostruire la storia che esse raccontanoè necessario osservarne attentamente i particolari. È questo il caso della prima monumentale fotografia del percorso, The Deluge, da cui il titolo della mostra. Si tratta di una composizione del 2006 di stampo catastrofista in cui donne e uomini, ovviamente nudi e iconici, affogano insieme ad alcuni miti del nostro tempo come Starbucks e la facciata del Cesar Palace di Las Vegas. Per quest’opera LaChapelle si è ispirato alla Cappella Sistina di Roma e non a caso è stata selezionata la capitale italiana per organizzare la più grande retrospettiva dedicata all’artista mai allestita. Più di 100 opere degli ultimi dieci anni insieme ad alcuni lavori delle serie antecedenti ci illustrano la carriera di un artista da sempre al centro dell’attenzione della critica internazionale.

David LaChapelle, Gas am pm, 2012 Chromogenic Print ©David LaChapelle

David LaChapelle, Gas am pm, 2012 Chromogenic Print ©David LaChapelle

Non sappiamo se sia stata la permanenza romana o no, ma il 2006 rappresenta una cesura nel percorso formale dell’artista. Infatti da allora non lavorerà più per le riviste patinate o per viziati committenti milionari, ma al fine di esporre in un museo opere di grande formato. E mentre precedentemente l’essere umano era inevitabilmenteil soggetto principale del lavoro, adesso il protagonista è l’ambiente nel quale ci troviamo a interagire e i rapporti di causa/conseguenza che ne derivano, prendendo altresì in considerazione la dimensione sociale. Come nel caso di Rape of Africa(2009) o Gaia (2011), diversissime per soggetti e costruzione scenica, hanno in comune di rappresentare l’uomo vittima o carnefice di se stesso.

In alcuni casi l’uomo, pur percependosene l’azione, non appare proprio, come nella serie Gas(2012), dove le stazioni di benzina si ritrovano in un futuro imprecisato sommerse da una vegetazione rigogliosa. Tuttavia l’energia elettrica continua ad alimentare la struttura, e le luci abbaglianti sembrano insistere sull’irriducibilità dell’azione umana, anche oltre la sua presumibilescomparsa.

Un altro interessante lavoro in mostra è SelPortraitas a House, in cui l’autoritratto del titolo è il MrHyde che alberga in ognuno di noi, e la casa diventa la messa in scena della natura controversa dell’essere umano, delle sue perversioni e abitudini che convivono nel quotidiano a compartimenti stagni, spesso l’una alla conscia insaputa dell’altra. Una mostra nella mostra che, come tante opere di LaChapelle, genera repulsione ma allo stesso tempo attrae magneticamente.

David LaChapelle, Deluge, 2006 Chromogenic Print ©David LaChapelle

David LaChapelle, Deluge, 2006 Chromogenic Print ©David LaChapelle

Non bisogna farsi ingannare dagli eccessi coloristici o dalle composizioni iperboliche. Dietro all’estetica surrealista di LaChapellec’è sempre l’intento di sottolineare le contraddizioni del postmodernismo e, come dice il curatore Gianni Mercurio, di “rappresentare la realtà”. Tra rovine avveniristiche e futuri distopici, La Chapelle vuole far crollare le cattedrali del consumo di Ritzer, e l’opera Black Fridayat Mall of the Apocalypse del 2013 è la sintesi di tutto questo. Una certa tendenza didascalica forse? Non si sa, tuttavia, come ha dichiarato in un’intervista del 2007 a The Guardian, voleva “comunicare quale fosse, nella mia mente, il paradosso del consumo, quella sorta di decadenza, di far passare l’idea che la felicità arrivi solo con il prossimo acquisto, la prossima borsa inarrivabile a un prezzo indecente. Mi sono interrogato su quei valori che ci stanno distraendo da ciò che accade”.

Ilaria Carvani

 

Cover image: David LaChapelle, Self Portrait as a House, 2013 Chromogenic Print ©David LaChapelle

 

David LaChapelle. Dopo il Diluvio

30 aprile – 13 settembre 2015

Palazzo delle Esposizioni

Via Nazionale, 194 00184 Roma

 

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