Uno spazio dinamico, interattivo e multimediale che racchiude più di 150 anni di storia dell’iconico marchio Campari.
Non solo aperitivo, ma uno stile di vita. Non solo aperitivo, ma uno stile di vita. Questa è l’aura che grandi artisti come Fortunato Depero, Bruno Munari, Ugo Nespolo, Marcello Dudovich negli anni hanno ricamato attorno al marchio Campari. Galleria Campari rende onore a questa avvincente storia mettendo in mostra le testimonianze dell’ininterrotto e dinamico fil rouge che lega prodotto, arte e comunicazione e che ha contraddistinto da sempre l’immagine del brand.
Sono qui presenti i famosi caroselli degli anni ’70, veri e propri racconti dove la réclame del prodotto era consentita solo negli ultimi secondi, spot pubblicitari d’autore, i calendari firmati da fotografi di successo che hanno come testimonial iconiche star internazionali, splendide affiche della Bella Epoque, manifesti pubblicitari dagli anni ’30 agli anni ’70, i libri del Cantastorie di Campari e altri materiali.
Un’esposizione che si concentra sui caratteri essenziali del brand, la comunicazione pubblicitaria e il rapporto con gli artisti e il mondo dell’arte, con qualche riferimento alla raffigurazione delle attività di produzione, trasferita nel 2006 nello stabilimento di Novi Ligure;un percorso che rispecchia la nuova anima della sede di Sesto San Giovanni: realizzata da Davide Campari nel 1904, prima fabbrica dell’azienda, e trasformata dall’architetto Mario Botta tra il 2007 e il 2009 per ospitare gli headquarters del Gruppo Campari.
Alessandra Ghinato: Com’è nata l’idea di un museo aziendale? Quali sono gli obiettivi della galleria?
Paolo Cavallo: Nasce in occasione del 150° anniversario di Campari – spiega il direttore della Galleria Campari – con lo scopo di regalare ai consumatori e agli appassionati del brand un luogo in cui si racconta la storia del marchio, dell’azienda, della sua comunicazione pubblicitaria, del legame con il mondo dell’arte. L’impostazione del progetto aveva come punto fermo la creazione di un luogo emozionale, multimediale e interattivo che non rappresentasse una celebrazione del passato ma che, partendo dai valori e dalla tradizione, proiettasse il visitatore verso i valori contemporanei del marchio e verso la sua tensione al futuro.
A.G.: La storia di Campari è riconosciuta come emblema di sinergica collaborazione tra arte e impresa. Quali sono gli artisti «icona» del marchio?
Paolo Cavallo: Leonetto Cappiello, Marcello Dudovich, Marcello Nizzoli, Fortunato Depero, Bruno Munari, Ugo Nespolo, per citare i principali artisti che con le loro opere hanno segnato profondamente la nostra comunicazione.
Fortunato Depero collaborò con Davide Campari per circa un decennio, dal 1926 al 1936. Artista tra i più importanti del Futurismo, fu colui che sdoganò la pubblicità elevandola ad arte. Con il suo stile incisivo e immediato produsse per Campari più di cento disegni, di cui sessanta fanno parte dell’archivio storico e gli altri si trovano in istituzioni riconosciute, come il MART di Rovereto, Casa Depero e importanti collezioni private, tra cui la collezione Mattioli. Queste opere sono molto note e richieste dai musei internazionali, attualmente sette sono al museo del vetro di Murano per un’esposizione sul manifesto dedicato all’aperitivo, dieci sono state prestate al Guggenheim di New York all’inizio del 2014 per una mostra sul futurismo italiano, quindici alla fondazione Juan March di Madrid per una mostra su Fortunato Depero nel 2014, mentre due sculture e cinque chine sono state esposte alla Triennale di Milano nella mostra Arts & Foods nel 2015.
Bruno Munari invece collaborò con Campari dalla fine gli anni ’20 fino agli anni ’60 con il famoso manifesto “Declinazione grafica del nome Campari” poi ancora rielaborato negli anni ’80.
Nel tempo – continua Paolo Cavallo – moltissimi registi di fama internazionale hanno firmato le nostre pubblicità. Ad esempio, Federico Fellini nel 1984 girò per Campari il suo primo spot per un marchio privato, mentre il pubblicitario Franco Scepi fece pubblicizzare il nostro aperitivo proprio dalla signora in rosso, protagonista dell’omonimo film di Gene Wilder, famosissimo negli anni ’80.
A.G.: Come si esprime nel mondo della creatività contemporanea?
Paolo Cavallo: Ugo Nespolo collaborò al primo progetto nel 1990 per i mondiali di calcio che si tennero quell’anno e continua a collaborare con Campari ancora oggi. Nel 2015, infatti, ha disegnato la speciale etichetta per la bottiglia limited edition di tre litri creata in occasione di Expo 2015 con la reinterpretazione dei quattro cocktail più importanti realizzati col Campari. Il designer Matteo Ragni ha invece progettato gli arredi per il bar della Triennale di Milano, istituzione che abbiamo sponsorizzato per tre anni. Oltre che con grandi artisti e designer, Campari ha collaborato con importanti registi e fotografi. Lo spot attuale è stato girato dal regista Joel Schumacher e ha focalizzato la comunicazione sull’aperitivo come momento di aggregazione sociale, a differenza degli spot dagli anni ’80 al 2000 che erano incentrati sul momento aperitivo vissuto in coppia, sull’attesa e sul dopo.
Il regista indiano Tarsem Singh ha, invece, firmato una trilogia di spot pubblicitari nella quale fa comparire per la prima volta sugli schermi italiani l’omosessualità femminile in un bellissimo spot ambientato alla stazione centrale di Milano allestita per l’occasione con scenografici quadri dell’artista Tamara de Lempicka.
Ogni anno sui calendari Campari star internazionali vengono ritratte da fotografi di fama e talento, come Giovanni Gastel, Mario Testino, Michel Comte.
A.G.: Il materiale conservato nella collezione è usato a livello di marketing per la vostra promozione aziendale?
Paolo Cavallo: Il progetto Art Label ha visto negli ultimi anni la valorizzazione e reinterpretazione in chiave contemporanea di immagini e disegni pubblicitari di diversi artisti. Nespolo reinterpreta lo Spiritello in una limited edition nel 2012 dando una nuova lettura al messaggio pubblicitario che risale a ormai novant’anni or sono. Nel 2014 e nel 2015 sono le immagini di Fortunato Depero a creare l’ispirazione per le limited edition: 3 disegni pubblicitari reinterpretati giocando con i colori fluo, e il padiglione fieristico del 1933 per celebrare Expo 2015. Nel 2014 in occasione dei 110 anni di presenza a Sesto San Giovanni, undici street artist hanno reinventato per il progetto Redvolution 2.0 i 110 metri del muro di recinzione del parco pubblico adiacente agli headquarters Campari. Suddividendo il muro in undici settori di dieci metri per ogni artista, sono stati riletti undici manifesti del nostro archivio con cui si è creato un connubio tra le opere del passato Campari e la reinterpretazione degli street artist secondo le loro cifre stilistiche riqualificando inoltre un luogo degradato della città e dando vita a un’installazione permanente che parla di noi.
A.G.: Che tipo di pubblico visita la galleria?
Paolo Cavallo: Il nostro pubblico è trasversale, proviene da qualsiasi parte del mondo, anche da Paesi lontani, come il Canada e l’Argentina, di ogni età ed estrazione sociale e culturale. Sono consumatori e appassionati, persone comuni interessate all’heritage del brand, amanti dell’arte. Visitano la Galleria Campari molte associazioni culturali e istituzioni scolastiche, dalle scuole medie e superiori alle università italiane ed estere, con alcune delle quali abbiamo stabilito delle partnership, come per esempio la London Business School che porta ogni anno gli studenti dei loro master per vivere la red experience. Con loro organizziamo una sessione di incontro con il nostro CEO e il nostro investor relator che presentano l’azienda da un punto di vista economico e strategico; a seguire visitano la galleria che è sempre molto apprezzata. I nostri visitatori sono inoltre professionisti del settore, barman, bartender, e coloro che frequentano i corsi alla Campari Academy.
A.G.: Quali iniziative avete in previsione per il prossimo futuro?
Paolo Cavallo: Continueremo Galleria Campari on Tour, progetto in cui la collezione viene in parte esportata fuori dalle mura della galleria. Nel 2013 siamo stati a Vienna in occasione di un evento che per quindici giorni ha visto sfilare in città moda e arte, lo scorso settembre eravamo a Parigi per un importante evento del nostro distributore francese. Per la settimana d’arte Brera Art siamo inoltre stati in due gallerie d’arte nel quartiere Brera di Milano. Ora stiamo lavorando per portare in tour una dozzina di manifesti di Galleria Campari in un locale a Londra tra agosto e settembre e in autunno esporremo delle opere in Australia in due importanti gallerie a Melbourne e Sydney. Faremo un altro Campari Wall, che seguirà quello attuale “Eden” dedicato all’artista di Trento Annamaria Gelmi in mostra fino al 29 ottobre. Sempre a ottobre inaugureremo la nostra mostra del 2016, che sarà una grande esposizione come quella dello scorso anno ma di cui ancora non posso anticiparvi niente.
Alessandra Ghinato
http://www.campari.com/it/it/galleria-campari/la-galleria/
Copertina: Galleria d’Arte Campari ©Campari
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