La Fondazione Beyeler di Basilea, Svizzera, ospita nella sua sede la personale a cura di Hans Ulrich Obrist di uno dei più grandi artisti tedeschi del 20mo secolo: Gerhard Richter, la cui retrospettiva è aperta dal 18 Maggio fino al 7 Settembre 2014.

Intitolata PICTURES/SERIES, la mostra è un percorso tout court nella produzione di Richter, focalizzata sulle serie, sui cicli e gli spazi, aspetto poco indagato della sua opera: l’esposizione spazia dai ritratti, ai celebri monocromi grigi, dalle riproduzioni fotografiche alle nature morte, paesaggi e dipinti astratti. Originario di Dresda, Germania, Gerard Richter, tutt’ora attivo a Colonia, ha elaborato una ricerca formale e concettuale all’insegna della sperimentazione di materiali e composizioni. La sua lunga carriera inizia nel 1962, con la sperimentazione di tecniche astratte e con i foto-dipinti offuscati. Nel 1966 comincia il ciclo dei quadri cromatici su larga scala, di cui il primo di questi, intitolato 10 Colors, é stato creato come una riproduzione delle gamme cromatiche dei produttori di colori. Questo momento segna un gradino fondamentale nella sua carriera artistica, mostrando il grande interesse di Richter per l’indagine sui vari metodi di pittura e sull’utilizzo dei colori. Sempre negli anni sessanta, comincia a creare dipinti basati su fotografie di membri della sua famiglia, amici, collezionisti e galleristi. Esposto alla Fondazione Beyeler é l’esempio più conosciuto, Betty, creato nel 1977 e ripreso nel 1988, in cui utilizza come soggetto sua figlia: partendo dalla fotografia, l’artista elabora l’immagine quasi fosse un dipinto fino ad offuscarla per raggiungere un effetto estetico enigmatico, incantato e surreale.

Gerhard Richter, Betty

Gerhard Richter, Betty

Verso la fine degli anni sessanta ed agli inizi degli anni settanta inizia la serie dei Monochromes, tele interpretate sia come superfici elaborate stendendo il colore in modo piatto ed omogeneo, sia come supporti su cui il colore è modellato dalle impronte da diverse pennellate, seguendo un metodo che Richter definisce come idea di “lasciare qualcosa venire, invece di crearla”. Ci sono, tuttavia, varie interpretazioni di questa serie di lavori astratti. Secondo un’affermazione di Mark Godfrey, curatore della mostra su Gerhard Richter alla Tate Modern di Londra nell’ottobre 2011, l’artista stesso sostiene che è un modo per illustrare un’assenza di opinioni, idee, indifferenza ed assenza d’interessi; mentre anni dopo ammise che fosse l’unico modo di rappresentare i campi di concentramento ed illustrasse la sua ricerca cromatica di un colore universale.
Nel 1973 crea i suoi primi quadri religiosi come il Verkündigung nach Tizian: durante un viaggio a Venezia, Richter ebbe modo di ammirare l’Annunciazione di Tiziano e ne rimase folgorato al punto di volerne riprodurre una copia esatta. L’unicità della “copia” realizzata da Richter sta nella sua componente astratta; ove ha creato cinque composizioni ognuna più offuscata dell’altra e sempre più diverse dal quadro originale.

Gerhard Richter, Verkündigung nach Tizian

Gerhard Richter, Verkündigung nach Tizian

Negli anni ottanta Richter esplora anche fatti di cronaca nera molto noti quando avvennero, come nella sua serie October 18, 1977, in cui rappresenta quattro membri della RAF (Rote Armee Fraktion), un’organizzazione terrorista tedesca di estrema sinistra, trovati morti nelle loro celle in prigione. Questo evento generò una grande emozione derivata dalla controversia se si fossero suicidati o fossero stati uccisi. I ritratti, fra cui alcuni di Ulrike Meinhof co-fondatrice della RAF, sono impressionanti per la loro intensità. L’esposizione Gerhard Richter nello splendido scenario Fondazione Beyeler offre un panorama completo sulla carriera di quest’artista eclettico, che non ha mai smesso di sperimentare e variare il suo stile ed i suoi soggetti.

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