Gli studi di settore evidenziano un incremento significativo del patrimonio artistico soprattutto nei paesi dove c’è una radicata storia collezionistica come l’Italia. Il tema del passaggio generazionale coinvolge non solo i collezionisti ma anche operatori di wealth management, professionisti, avvocati, commercialisti ecc. Affrontiamo l’argomento da diverse prospettive per dare una visione sintetica e globale.

Il passaggio generazionale è un momento cruciale della “vita” della collezione: segna il passaggio da hobby o interesse a vero e proprio asset. Se il primo collezionista compra per passione e coinvolgimento personale, solitamente l’erede si trova a gestire il patrimonio e quindi subentra la necessità di elaborare un processo strutturato che tenga conto di differenti aspetti. Innanzitutto è auspicabile che la pianificazione del passaggio avvenga quando il collezionista è in vita in modo che possa esprimere le proprie volontà: la collezione deve rimane unita o può essere divisa tra diversi eredi? Può essere pubblica o si preferisce tenerla privata? Vuole essere esposta? E se sì, in quale modalità? Attraverso una donazione? Ad un museo o ente no profit o con la costituzione di una fondazione? Questi sono solo alcuni dei temi che il wealth manager deve affrontare per la pianificazione strategica della gestione patrimoniale.

Come può rispondere una private bank a queste esigenze? L’asset artistico completa la gestione del patrimonio finanziario, il core business delle private bank, garantendo sempre l’assoluta riservatezza. Il cliente si è evoluto negli ultimi anni, c’è una maggiore consapevolezza sul valore dell’asset arrivando alla pari di quello finanziario, e dunque, come gli altri asset, vanno gestiti e protetti. Ma i casi di trasmissione da affrontare come private bank sono molteplici e differenziati.
Un esempio è quello della pianificazione di trasmissione quando il cliente è pienamente consapevole della necessità di dover mettere ordine alla collezione che ha creato nel tempo, e dunque creare un archivio delle informazioni relative alle opere collezionate: fare un inventario, cercare la provenienza, verificare se ci sono i certificati di autenticità, compilare le schede descrittive delle opere e assicurare la veridicità dei dati e dei documenti correlati, dare una stima e stabilire la destinazione della collezione. Ma prima di definire che fine farà la collezione è fondamentale conoscere perfettamente cosa si ha.
In altri casi, il private banker si trova a dialogare già con gli eredi che non hanno partecipato alla collezione, non sapendo da quanti pezzi si compone la collezione e il valore della stessa, portando spesso alla sua divisione e liquidazione.

Durante il passaggio generazionale, vi sono varie opportunità per il collezionista che da un lato garantiscono la tutela dei diritti degli eredi e dall’altro cercano di venire incontro alle esigenze di visibilità pubblica.
In sintesi, gli atteggiamenti tipici del collezionista sono due: il primo che si può definire rinunciatario, il collezionista non ha particolare desiderio di conoscere o predisporre cosa succederà dopo alla collezione. Tale atteggiamento può causare delle difficoltà; ad esempio la collezione è esposta maggiormente ad un grado di instabilità e dunque si rischia che la collezione non rimanga più come era prima e spesso viene divisa. Inoltre, in questo caso, c’è una certa libertà di azione nel rispetto delle norme, con un livello di cogenza molto elevato. Il Codice Civile stabilisce che, in caso di divisione, ogni erede ha diritto alla sua parte in natura dei beni mobili e immobili, quindi non si può semplicemente monetizzare ma gli eredi hanno diritto di avere una parte fisica della collezione. Inoltre, nel processo di divisione della collezione e di stima dei lotti ereditari, bisogna tener conto che la legge prevede che le porzioni debbano essere formate dalla stima dei beni comprendendo una quantità di beni mobili e immobili e crediti di uguale natura e identità. Quindi è difficile pensare che, nell’ambito di una divisione, solo ad un erede spetti la collezione e all’altro la liquidità. Inoltre il Codice afferma che bisogna evitare per quanto è possibile il frazionamento delle biblioteche, gallerie e collezioni che hanno un’importanza storico-scientifica o artistica, non specificando cosa si intende per quest’ultimo e dunque è rimesso al giudice. È evidente che intervengono anche le norme di tutela e subentrano anche dinamiche che spesso spaventano i collezionisti: l’applicazione della notifica alle collezioni e di conseguenza l’obbligo di inscindibilità, gli eredi non possono procedere a dividerla.

L’altro atteggiamento è quello di un collezionista che vuole la sopravvivenza della sua collezione mediante una sorta di “trasmigrazione” in essa. Gli strumenti che il nostro ordinamento prevede sono sostanzialmente tre: la costituzione di una fondazione, l’istituzione di un trust o di una società benefit. Nei primi due casi, il patrimonio si stacca dal collezionista e viene assegnato in proprietà a un soggetto giuridico diverso, l’istituto deve avere uno scopo e, in entrambe, proseguono le loro attività in funzione delle persone presenti. Il terzo caso è la società benefit, introdotto recentemente con la Legge di Stabilità del 2016.

Per quanto concerne l’ambito assicurativo è fondamentale guardare l’aspetto della protezione, visto che una copertura assicurativa agisce in primis in tale direzione. Importante è dotarsi di una copertura specifica e non generalista in quanto sono insite tutte quelle caratteristiche che determinano la tutela del patrimonio. La garanzia assicurativa è rivolta agli oggetti d’arte dunque, nel momento del passaggio generazionale, non succede nulla: la garanzia è operativa, si rivolge all’oggetto e rimane costantemente attiva. Questo implica un’opportunità in quanto nel momento dello spostamento l’opera sarà sempre coperta.

L’articolo è stato prodotto in base ai temi discussi durante la tavola rotonda “Il passaggio generazionale: il trasferimento di opere e collezioni d’arte” organizzata giovedì 12 maggio 2016 presso i Frigoriferi Milanesi a Milano da Open Care – Servizi per l’Arte in collaborazione con AIPB – Associazione Italiana Private Banking. L’evento nasce dalla pubblicazione del volume “L’Art Advisory nel Private Banking. Opportunità e rischi dell’investimento in arte” voluto da AIPB – Associazione Italiana Private Banking al fine di illustrare a tutto tondo il tema dei servizi di natura extrafinanziaria volti ad aiutare il cliente a gestire la componente artistica del loro patrimonio.

Paola Sacconi
Communication Manager di MyTemplArt®

Copertina: Frame di La Migliore Offerta di Giuseppe Tornatore, 2013

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