Per tentare di avvicinare il mercato dell’arte a quello della finanza e per rimuovere gli ostacoli che frenano la circolazione delle opere, sono nate in Cina delle borse valori specializzate nella compravendita di certificati rappresentativi di opere d’arte.
Si tratta, di fatto, di un tentavo di cartolarizzazione di opere d’arte: ogni collezionista/investitore può acquistare e vendere in borsa uno o più certificati, che corrispondono a un “pezzettino” delle opere presenti sul listino. In questo modo, anche i collezionisti che non possono permettersi di investire somme ingenti possono diventare comproprietari di opere d’arte e beneficiare dell’eventuale incremento di valore dei certificati quotati in borsa.
I primi esempi di borse valori per opere d’arte sono nate in Cina tra il 2009 e il 2011 e alcune di esse si caratterizzano per essere mercati non regolamentati. Ciò, ovviamente, si riflette sul grado di trasparenza delle operazioni e sui valori di borsa delle opere quotate. Tra l’altro, almeno nella fase iniziale, erano poche le opere presenti sui listini e, conseguentemente, anche le transazioni non erano particolarmente numerose. Per ovviare a questi problemi, il Consiglio di Stato Cinese e la Banca Popolare Cinese hanno avviato un processo di regolamentazione1, con l’intento di salvaguardare gli interessi degli investitori. Questo processo non è ancora concluso ma sta iniziando a dare i primi frutti, in termini di trasparenza e standard di mercato.2
Le principali borse d’arte cinesi d’arte sono: Tianjin Cultural Artwork Exchange, Beijing Jiuge Art Exchange, Beijing Han Tang Art Exchange, Zhengzhou Cultural Art Exchange, Shenzhen Culture Assets and Equity Exchange, Chengdu Culture Equity Exchange, Shanghai Culture Assets and Equity Exchange e South Cutural Equity Exchange.
Alcune di queste borse valori sono partecipate da governi e/o banche locali e stanno diventando sempre più dei veri e propri centri culturali, che si occupano di arte a 360 gradi. Ne è un esempio lo Shanghai Culture Assets and Equity Exchange che, a inizio 2015, ha aperto una filiale a Nantong, che organizza mostre, eventi, aste e gestisce un artwork design studio.
Recentemente, anche in Europa, alcuni imprenditori hanno provato a creare delle Borse valori specializzate in arte. Un tentativo è stato fatto in Francia, dove l’Art Exchange parigino avrebbe dovuto offrire certificati/azioni rappresentativi di opere d’arte offerte dalle gallerie. Di questa esperienza, purtroppo, non si sa più nulla. Infatti, dopo l’inserimento nel listino di sei opere, le attività della Borsa sembrano essersi fermate.3
Anche altri investitori hanno provato a creare una borsa specializzata in arte, denominata SplitArt. La sede era a Lussemburgo e, nelle intenzioni iniziali, questo mercato alternativo avrebbe dovuto ottenere l’autorizzazione dall’Autorità di Vigilanza locale, divenendo così una Borsa regolamentata a tutti gli effetti.
Purtroppo, anche questo tentativo si è arenato e, di conseguenza, SplitArt non ha mai ottenuto l’autorizzazione della Commission de Surveillance du Secteur Financier.
Le Borse d’arte di Parigi e Lussemburgo, sebbene non abbiano avuto successo, possono comunque essere considerate come “tentativi propedeutici” di un possibile futuro mercato alternativo delle opere d’arte. I loro regolamenti, infatti, possono essere prese come basi di partenza per la creazione di una Borsa, che tenga conto della peculiarità delle opere d’arte e delle esigenze dei potenziali investitori.
Seguendo questo esempi, inoltre, è possibile superare molte rigidità del mercato dell’arte. La quotazione di un’opera in una borsa regolamentata, infatti, rende più trasparente il processo di formazione del prezzo, aumentando così la fiducia degli investitori. I costi di transazione e custodia, inoltre, sono nettamente inferiori e al tempo stesso vengono azzerate le spese di assicurazione e restauro. Tutto ciò contribuisce a rendere il mercato dell’arte più liquido e, quindi, più interessante per gli investitori.
Luca Poli
Maelström Art Gallery
Il presente articolo non deve essere inteso quale attività di offerta o sollecitazione del pubblico risparmio da parte dell’autore e non costituisce alcun giudizio, da parte dello stesso, sull’opportunità degli investimenti descritti. Si raccomanda, pertanto, di far affidamento unicamente sulle proprie valutazioni per stabilire se effettuare o meno un determinato investimento finanziario.
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