Splendida ed affascinante, nel mezzo di Coyoacan, uno dei quartieri più incantevoli e culturalmente vivaci di Città del Messico, si trova la residenza di un’artista Latino Americana fra le più stimolanti ed originali del secolo scorso: Frida Khalo.

E’ chiamata ‘La Casa Blu” (La Casa Azul) per via dei colori delle mura esterne. Si stima che circa 25 mila visitatori si rechino alla sua casa ogni mese e di cui circa la metà siano stranieri.
Casa d’infanzia della Khalo, dopo il matrimonio con Diego Rivera, la Casa Azùl diventa luogo d’incontro di artisti, intellettuali, scrittori ed attivisti politici come André Breton, Léon Trotsky, José Clemente Orozco, Sergei Eisenstein e molti altri.

Self portrait as a Tehuana

Self portrait as a Tehuana

Frida Khalo nasce nel 1907 a Città del Messico da Wilhelm Guillermo Kahlo e Matilde Calderón. Inizia la sua carriera artistica in seguito ad un terribile incidente su un tram pubblico all’età di 18 anni a seguito di una frattura alla spina dorsale e che la paralizzò per 9 mesi. In questo suo stato immobile e di dolore, iniziò a dipingere dal suo letto. Nel 1938 il suo stile è stato definito dal poeta e scrittore André Breton non solo come il primo Surrealista Latino Americano visti suoi continui riferimenti alla morte, all’oltretomba ed alla simbologia tradizionale messicana, ma anche come un precursore del femminismo a causa del suo modo di rappresentarsi senza nascondere il mono ciglio ed i baffi, tratti considerati tipicamente maschili ed il suo modo di vivere fatto di sregolatezze e follie amorose giudicato inappropriato per una donna a quei tempi. L’artista stessa ha sempre rifiutato queste categorizzazioni affermando che quando dipinge esprime tutte le sue angosce, paure, desideri, amori, frustrazioni ed i numerosi problemi di salute che afflissero tutta la sua vita.

Un soggetto di primo piano nella sua arte è il suo adorato marito Diego Rivera, con cui ebbe una relazione complicata a causa delle molteplici infedeltà di lui, incluso il tradimento con la sorella di Frida, Christina. Tra i ritratti più noti Diego on my Mind (1943) in cui Frida si dipinge con il vestito tipico del Tehuantepec, località vicina a Oaxaca, con il volto di Diego riprodotto quasi fosse un terzo occhio, sulla sua fronte, come personificazione della saggezza e sua guida esistenziale.

Miguel Tovar

Miguel Tovar

Tra i dipinti, le sale, gli utensili per dipingere ed il meraviglioso giardino di Casa Azùl, sono allestite anche esposizioni temporanee. In questo momento è presentata LAS APARIENCIAS ENGAÑAN: LOS VESTIDOS DE FRIDA KAHLO. Questa mostra, molto originale, esplora lo stile di vestirsi unico dell’artista. Indossava, infatti, i vestiti tradizionali di Oaxaca, non solo per far piacere a suo marito, ma anche per onorare questa comunità, che a differenza del preponderante maschilismo presente in Messico, era matriarcale e dominata in sotto ogni punto di vista dalle donne. C’è tuttavia un’altra verità, più profonda e tragica: Frida aveva numerosi difetti nel suo corpo a causa degli effetti della poliomielite contratta in giovane età che le lasciò una gamba più corta dell’altra ed ai retaggi dell’incidente giovanile che la costrinsero all’uso di corsetti: per mascherare queste imperfezioni, indossava solo gonne lunghe con scarpe che avessero un tacco più alto dell’altro, decorava i suoi corsetti con temi variopinti e metteva lunghi scialli e camicie ampie che coprirsi il torso. Frida stessa definiva il suo corpo come “Meno che perfetto”, quindi i suoi abili tentativi di camuffamento non sono una sorpresa. L’esposizione, non solo mostra i suoi bellissimi vestiti, ma mette in scena come il suo stile unico abbia influenzato i designers futuri, Messicani ed internazionali come Jean Paul Gaultier, Comme des Garçon’s e Riccardo Tisci per Givenchy.

Nella Casa Azùl, oasi nel cuore caotico della città, è possibile vedere il Messico, i suoi colori e la sua ricchezza culturale, con gli occhi di Frida Khalo.

Questo articolo è disponibile anche in Inglese