La morte di un artista solleva sempre interessi pubblici e privati dal diverso livello di criticità.

Risultano davvero pochi gli artisti che s’impegnano a costituire il proprio archivio quando sono ancora in vita. Così che gli eredi si ritrovano a essere più impegnati a redimere controversie tra loro e non a tutelare a gestire l’opera del congiunto. L’artista Mark Rothko, poco prima di suicidarsi, firmò un testamento nel quale espresse la ferma volontà che il suo lascito non venisse frammentato e disperso all’interno di collezioni private. Così individuò tre esecutori che avrebbero dovuto istituire e gestire la fondazione che porta il suo nome. Sfortunatamente non tutti sono così avveduti nei confronti del proprio lavoro e, spesso, l’urgenza di realizzare un guadagno economico immediato porta gli eredi a vendite incoerenti e irriguardose nei confronti della memoria dell’artista. Basti pensare al numero di artisti di cui si è rischiato di perdere traccia a causa di un’attività di archiviazione assente o carente.
C’è, poi, l’annoso problema delle autentiche e della letteratura giuridica lacunosa. Il Codice dei beni culturali (art. 64 D.lgs. n. 42/2004) dice che chi vende un’opera d’arte ha l’obbligo di allegare l’autentica, il certificato di attribuzione di paternità. Tuttavia non esplicita chiaramente chi sia autorizzato a emetterlo: se unicamente gli eredi o anche gli esperti. Il rischio è di far confusione così che nella confusione proliferano i falsi. Il Fine Art Expert Institute (FAEI) di Ginevra stima che il 70% delle opere in circolazione sia contraffatta.
Quello trattato è un comparto che muove interessi economici di ogni tipo e il potenziale commerciale degli archivi di artista non sfugge più a nessuno. Nemmeno alle gallerie, le quali hanno fatto il loro ingresso nel “terzo mercato dell’arte” – come qualcuno lo definisce – assicurandosi la gestione degli archivi d’artista. Come la galleria Hauser and Wirth, che amministra il lascito di numerosi artisti famosi tra cui Arshile Gorky.

estate
La pluralità di soggetti in gioco, l’eccesso di burocrazia e le minacce di frode impongono l’elaborazione di un modello unificato di comportamento volto allo snellimento delle procedure e al sostegno della trasparenza.
Un valido contributo arriva dall’Institute for Artist’Estate, organizzazione di consulenza fondata nel 2016 a Berlino allo scopo di mantenere e tutelare i lasciti d’artista. L’istituto è guidato da importanti esperti tra cui Loretta Würtenberger. Quest’ultima, resasi conto delle carenze strumentali del settore, ha proceduto alla pubblicazione del libro “The Artist’s Estate. A Handbook for Artists, Executors, and Heirs”, una guida completa alla pianificazione strategica dei lasciti d’artista che focalizza l’attenzione sul ruolo del mercato, dei musei e delle accademie, quali garanti della tutela attraverso un lavoro puntuale di catalogazione e archiviazione.

Fonte: www.artists-estates.com/en/

Immagine di copertina: Sterling Ruby alla galleria Hauser&Wirth

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