Il Musée Rodin di Parigi presenta una parte delle sue collezioni sotto un occhio inedito e contemporaneo: quello offerto dal confronto con le immagini di Robert Mapplethorpe.

Un tête-à-tête artistico dalla spiccata valenza estetica nel quale cinquanta sculture di Rodin incontrano un insieme di 102 fotografie provenienti dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York, tessendo un fitto arazzo di rimandi. Statue ed immagini sembrano rincorrersi e scrutarsi, a volte di soppiatto, interrogando lo spettatore che non può restare indifferente dinanzi al complesso gioco di significati esplicitati o appena suggeriti.

Mapplethorpe-Rodin, Paris, approaches, ph SaraRania

Mapplethorpe-Rodin, Paris, approaches, ph SaraRania

Affascinati dalla potenza delle forme, i due interpreti della mostra “Mapplethorpe/Rodin” sono riuniti in un dialogo involontario, costruito padroneggiando le leggi dell’esposizione luminosa, secondo un insieme di sette nuclei concettuali e tematici comuni ad entrambi gli artisti. Un faccia a faccia che va oltre i limiti del tempo e le differenze di tecniche e strumenti, svelandosi nella vibrazione del gesso a fior di pelle e di pellicola. Dai veli agli arti prende vita la danza del Movimento della Tensione, si esibiscono Assemblaggi e Composizioni, mostrando l’incanto del contrasto tra Nero e Bianco/Luce ed Ombra che sfocia nell’inalienabile confronto tra Erotismo e Dannazione per finire nell’eterna alternanza tra Materia e Astrazione.
Satiro dell’ossessione della forma perfetta Mapplethorpe scolpisce un mondo di alienazioni e confronti evidenti e ben levigati al centimetro, controllando l’angoscia dell’ignoto attraverso l’affascinante esaltazione della potenza del corpo con i suoi potenti chiaroscuri. Una filosofia muscolare fatta di idoli d’ebano e splendenti curve androgine di donna (Patti Smith o Lisa Lyon), che ricorre nell’affermazione:
“Vedo le cose come sculture, come forme che occupano uno spazio” Robert Mapplethorpe. Parole del “Ladro di fuoco”, richiamato nel titolo della lettura teatrale collegata all’esposizione e organizzata mercoledì 7 maggio alle 19.

Mapplethorpe-Rodin, Paris, hands, ph SaraRania

Mapplethorpe-Rodin, Paris, hands, ph SaraRania

Rodin invece si strugge nella volontà di catturare il movimento. Conservando uno spazio per l’imprevedibile e concentrandosi sui particolari del corpo, ripropone nelle sue opere una plasticità commuovente propria alla fotografia. Nel suo terreno di analisi scompone e riproduce con attenzione quasi chirurgica, ritrovando reminiscenze della statuaria antica ben sottolineate da Rilke a proposito delle figure prive di braccia:
“Ci troviamo al loro cospetto come dinanzi ad un tutto, completo, che non ammette aggiunta alcuna.”
Estremi tutori di un culto che gravita intorno al corpo, Mapplethorpe e Rodin sembrano quasi sfidarsi, spingendo gli involucri carnali al limite delle umane possibilità per forzarne la natura. Affiancate e brillanti nella loro eclatante nudità, le membra in mostra hanno molto da raccontare. Sporgono dalle pareti, riempiono le teche e gli occhi in un’esposizione che rimanda direttamente alla grande retrospettiva dedicata al fotografo americano al Grand Palais www.grandpalais.fr visitabile fino al 3 luglio 2014 grazie al biglietto cumulativo www.digitick.com.

Mapplethorpe-Rodin, Paris, ph SaraRania

From | www-musee-rodin.fr 

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