Il celebre fotografo Eadweard Muybridge, precursore del cinema, in mostra a Milano presso la Galleria della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese che, da quasi vent’anni, ha un attivo ruolo di promozione e divulgazione della cultura.
La direttrice Tiziana Colombera ripercorre per noi le tappe di questo affascinante racconto, che vede come protagonisti artisti del calibro di Andy Warhol e Daniel Spoerri.
Alessandra Ghinato: Com’è nata e qual è la storia della Fondazione?
Tiziana Colombera: «Costituita nel 1998 come fondazione regionale, per iniziativa del Credito Valtellinese in occasione del proprio 90°, nel 2002 si è trasformata in Fondazione Gruppo Credito Valtellinese con operatività a carattere nazionale.
Alla Fondazione è stato affidato il compito – come recita lo Statuto – di “perseguire, ispirandosi alle tradizioni solidaristiche proprie degli Istituti sostenitori, lo scopo della promozione e del sostegno di iniziative finalizzate al progresso culturale, morale, scientifico, sociale e socio-economico prevalentemente nel territorio e per la comunità ove operano gli Istituti bancari facenti parte del gruppo Credito Valtellinese”.
Essa svolge, con piena autonomia, un ruolo significativo nei campi del sociale, della cultura e degli interventi benefici ma permane comunque un vincolo stretto con le banche del gruppo (Credito Valtellinese, Credito Siciliano, Carifano), in quanto queste dotano annualmente la Fondazione delle risorse per lo svolgimento dell’attività.
La Fondazione interviene su tre settori: solidarietà sociale, orientamento e formazione, arte e cultura. Quest’ultima attività, insignita del “Premio Guggenheim – Impresa e cultura 2000”, si sviluppa prevalentemente su due filoni, quello espositivo presso le Gallerie d’arte del Gruppo a Milano, Sondrio Acireale e Fano o in regime di art consulting, in Italia e all’estero, e quello editoriale».
Accanto a tale politica acquisitiva è venuta man mano a definirsi una linea, ovviamente coordinata dalle dirigenze, che sembrerebbe attribuire al Credito Valtellinese una particolare competenza relativa all’arte moderna e all’Ottocento lombardo e in particolare milanese. Pur tenendo conto delle distinzioni di indirizzo collezionistico considerate in precedenza, l’arte contemporanea è tuttavia presente in maniera massiccia e trasversale in tutti i nuclei collezionistici di ogni banca del Gruppo e questo è potuto accadere in ragione dell’intesa attività espositiva che il Credito Valtellinese porta avanti con successo ed entusiasmo dal 1987.
È ormai noto a tutti come in quell’anno fosse stata inaugurata – tra folle di giornalisti e oltre 5.000 persone che bloccarono per una sera il traffico di corso Magenta – l’ultima mostra di Andy Warhol che, ispirata all’affresco leonardesco della vicina basilica di Santa Maria delle Grazie, portava il tristemente profetico titolo di The Last Supper. L’ artista infatti morì il 22 febbraio dello stesso anno a New York, mentre il co-curatore e ideatore della mostra, il gallerista Alexander Iolas, spirò l’8 giugno.
Negli anni il Gruppo ha seguitato a collezionare un’invidiabile raccolta di arte contemporanea, che include pittura, grafica e soprattutto scultura.
In diverse occasioni – come nel caso di Daniel Spoerri (1930-) e della sua site-specific Catena genetica per il Mercato delle Pulci per la Galleria delle Stelline (10.11.2000-6.1.2001) – l’Istituto era stato addirittura il committente delle opere, e dunque l’acquisto diventava spesso un fatto connesso in maniera imprescindibile con l’attività espositiva. Questo discorso vale anche per i giovani artisti emergenti, che proprio grazie alla politica di promozione culturale del Gruppo hanno potuto essere valorizzati e proiettati verso una carriera di livello internazionale, come nel caso degli artisti Luca Conca, Paolo Barlascini e Daniele Pigoni, le cui opere arricchiscono anche le collezioni dell’Istituto.
La scultura va ad occupare una posizione senz’altro preminente nelle collezioni del Credito Valtellinese, e questa particolare attenzione alle arti plastiche si manifesta in pieno nel Giardino della Scultura: infatti dal 1990 il giardino ottocentesco prospicente il fronte meridionale di Palazzo Sertoli ospita una raffinata collezione di arte plastica d’ambito internazionale. Tra le espressioni del contemporaneo, una preziosa nicchia viene occupata pure dalla fotografia».
A.G.: Da quante opere è composta la collezione e come vengono catalogate?
A.G. : La crisi scoppiata negli ultimi anni ha arrestato l’investimento culturale? Secondo lei cosa significa fare mecenatismo oggi?
La filosofia che sottende la progettazione artistica dei quattro spazi espositivi è quella di proporre, a volte in modo abbastanza pionieristico, temi, artisti, linee, ipotesi che siano frutto di una riflessione e di un punto di vista nuovi, generati dall’ idea che sia importante offrire al pubblico progetti inediti sotto il profilo concettuale, espositivo e critico.
Oltre alle mostre di produzione, che spesso vengono fatte circuitare su più Gallerie del Gruppo, sono previsti anche progetti didattici che coinvolgano le istituzioni scolastiche locali, in collaborazione con il Settore Orientamento e Formazione della Fondazione e con gli operatori culturali locali o in adesione a iniziative Abi nazionali (es. Invito a Palazzo, Festival della Cultura Creativa). Questo per noi è fare mecenatismo».
A.G.: La vostra attività è fortemente legata ai territori dove operate, come Milano o la Valtellina. Qual è l’impatto a livello locale dei vostri progetti?
Viene considerata sempre più come un investimento d’impresa, fonte di opportunità e di vantaggio competitivo e di differenziazione; assume le vesti di vera e propria responsabilità per lo sviluppo, in questo senso tutte le banche territoriali del Gruppo si propongono sul mercato come vere e proprie stimolatrici e catalizzatrici dei fattori di crescita locali.
Anche in campo culturale i principi ispiratori sono questi, legati alle prescrizioni statutarie di contribuire alla crescita culturale, morale, scientifica, sociale oltre che socio-economica. La Fondazione opera, in tutte le sue attività, in sinergia e in partnership con enti ed istituzioni nazionali e internazionali, per rispondere alle specifiche e reali esigenze del territorio in maniera completa e puntuale».
Tiziana Colombera:«Il 2016 vede la Fondazione sempre impegnata a favore dei giovani, con un potenziamento dell’orientamento professionale e dell’avvicinamento al mondo del lavoro, anche a seguito dell’ entrata in vigore della legge 13/07/2015 n.107 sulla Buona Scuola e, in particolare, delle novità sull’alternanza scuola-lavoro che consentono a tutti i ragazzi dei licei, degli istituti tecnici e professionali di effettuare un’esperienza formativa nel mondo del lavoro complementare a quella scolastica.
Non mancherà il sostegno al terzo settore e, in particolare, alle associazioni ed enti che operano in favore delle famiglie bisognose, dei disabili e, più in generale, delle categorie più fragili. Anche le attività espositive ed editoriali saranno oggetto di attenzione, in considerazione dell’importanza formativa, didattica e di diffusione e valorizzazione del patrimonio culturale.
In particolare in questo ambito le attività sono volte a realizzare il programma espositivo, previsto nel piano 2016/2018, mantenendo costante attenzione all’utilizzo efficace delle risorse assegnate, alla qualità ed originalità delle mostre pianificate in linea con la tradizione che contraddistingue la ormai trentennale attività nel settore, ampliando ove possibile le collaborazioni interne ed esterne; proseguire nell’obiettivo di avvicinamento all’arte contemporanea di sempre più ampie fasce di popolazione mediante visite guidate, laboratori, eventi dedicati e progetti di coinvolgimento diretto di istituzioni scolastiche; continuare l’attività di art consulting nei confronti di enti ed istituzioni nazionali e internazionali anche valorizzando progetti espositivi ed editoriali realizzati per le Gallerie del Gruppo, proponendoli in altri contesti».
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