Picasso: gli eredi vincono la battaglia giudiziaria contro Le Guennec
Il giudizio definitivo pronunciato dal tribunale correzionale di Grasse nella mattinata di venerdì 20 marzo 2015, dopo i tre giorni del processo (10-12 febbraio 2015), ha condannato Pierre e Danielle Le Guennec ad una pena di due anni con sospensione condizionale, mettendo fine ad una lunga vicenda iniziata nel 2010. Le opere sequestrate sono state affidate a Claude Ruiz-Picasso al quale la coppia Le Guennec aveva fatto appello per ottenere le autentiche delle suddette opere, addormentate per quarant’anni nel suo garage di Mouans-Sartoux.
La vicenda
Pierre Le Guennec, tecnico impiegato per dieci anni al servizio di Picasso e la moglie Danielle avrebbero infatti dichiarato di essere entrati in possesso di una scatola contenente 271 schizzi inediti realizzati nei primi trent’anni del secolo scorso e di averle poi conservate nella loro dimora del sud-est della Francia. Ma le opere hanno innescato una spinosa questione giudiziaria sollevata dalla Picasso Administration, che è ricorsa alla giustizia per recuperare i preziosi disegni tra i quali rari collages cubisti, un acquerello del periodo blu e alcuni carnets. Gli eredi hanno riconosciuto l’autenticità dei lavori e contestato la versione dell’ex-elettricista, che ha affermato di averli ricevuto in regalo da Jacqueline Picasso all’inizio degli anni ’70, durante i lavori alla masseria di Notre-Dame-de-Vie nelle Alpes-Maritimes, accusando ufficialmente Le Guennec di occultamento di beni provenienti da furto.
I punti oscuri
Tra i punti oscuri: l’eccellente stato di conservazione delle opere, difficilmente compatibile con i quarant’anni di deposito in un garage; il legame familiare che lega Le Guennec a Maurice Bresnu, ex-autista morto nel 1991 possessore di un’importante collezione di Picasso; l’accurato lavoro di classificazione che lascerebbe intuire l’intervento di esperti del settore e una questione che avvalorerebbe la tesi della sottrazione fraudolenta: le opere non riportano la sigla dell’artista, che era solito firmare e dedicare le sue opere appena prima di separarsene. Diverse incoerenze potrebbero situare la scomparsa delle opere nel periodo compreso tra la morte di Picasso nel 1973, e i vari inventari postumi del suo lavoro. Alcune ipotesi chiamerebbero in causa misteriosi collezionisti e gallerie svizzere, e persino l’ombra di un vasto traffico di lavori di Picasso aleggerebbe su un orizzonte ancora piuttosto torbido.
Da | ladepeche.fr
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