È stata inaugurata il 16 settembre la mostra Divisionismo tra Torino e Milano da Segantini a Balla, alla Fondazione Accorsi – Ometto di Torino.

La mostra presenta i maggiori artisti divisionisti piemontesi e lombardi, con l’intento di raccontare il movimento dai suoi esordi fino agli artisti che, transitando dal divisionismo, saranno poi i fondatori del movimento futurista.

La storia del divisionismo italiano comincia con il gallerista Vittore Grubicy de Dragon, che studiando e osservando ciò che veniva fatto dagli artisti francesi oltralpe, decide di diventare pittore e incita l’artista Giovanni Segantini a cimentarsi con il “pointillisme”.

GIOVANNI SEGANTINI Ave Maria sui monti, 1890 Matite dure e matite colorate con rialzi a carboncino e gesso,38 x 59 cm Collezione privata Courtesy Art Studio Pedrazzini, Milano

Giovanni Segantini, Ave Maria sui monti, 1890,38 x 59 cm, Courtesy Art Studio Pedrazzini, Milano

I lavori di Grubicy raccontano dello studio che il gallerista dedicò alla tecnica divisionista. Vengono presentati poi alcuni lavori chiave di Segantini che mostrano come l’artista, partendo dal realismo, arrivò al divisionismo dopo l’incontro con Grubicy. Alpe di maggio (1891), l’opera più importante di Segantini in mostra, è una rappresentazione della maternità in un paesaggio montano.

Seguono i lavori di Giuseppe Pellizza da Volpedo che interpretava la tecnica divisionista in maniera diversa, utilizzando puntini a filamenti, e trattando grandi temi quali il rapporto uomo/natura, l’amore, la vita e la morte.

 

L’amore nella vita, 1901- 1902 Olio su tela, 93 x 92 cm Collezione privata, courtesy Gallerie Bottegantica Milano

Giuseppe Pellizza da Volpedo, L’amore nella vita, 1901- 1902, 93 x 92 cm, courtesy Gallerie Bottegantica Milano

Il movimento si chiude nel 1899 con la morte prematura di Segantini, ma le sue influenze continueranno anche nel decennio successivo e il divisionismo sarà una “palestra” fondamentale per i maggiori artisti futuristi.

Vengono presentati i lavori di artisti meno noti al grande pubblico, quali Gaetano Previati, che influenzò molto i futuristi, Angelo Morbelli e Giuseppe Cominetti, che realizzava con tecnica divisionista, quadri che per tematica erano già da considerarsi futuristi.

L’ultima sala della mostra è dedicata ai futuristi e ai loro esordi come divisionisti. Sono presentati i paesaggi romani di Giacomo Balla, dipinti in chiave molto personale, i lavori di Umberto Boccioni, alcuni paesaggi della campagna lombarda, e un autoritratto, insieme ad alcuni paesaggi, di Carlo Carrà.

La mostra, a cura di Nicoletta Colombo, è aperta fino al 10 gennaio 2016.

Francesco Giugiaro

 

Link: www.fondazioneaccorsi-ometto.it/

Cover image: Angelo Morbelli, Le parche, 1904, oil on canvas, 56 x 84,5 cm, Courtesy Studio d’Arte Nicoletta Colombo, Milano

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