La notizia della nomina di Vincenzo Trione al Padiglione Italia della Biennale di Venezia sta già raggiungendo livelli di polemica.

Il mondo dell’arte n’è certo avvezzo, tuttavia le amare ragioni che sostengono la controversia sono in parte condivisibili: l’Italia conferma d’essere anche in questa occasione il Paese in cui bastano le buone intenzioni a supplire le difficoltà nell’elaborazione di una visione strategica del settore culturale.

Vincenzo Trione

Vincenzo Trione

Le ragioni sono ancora una volta strutturali: l’Italia è l’unico paese al mondo nel quale il Ministro nomina direttamente il curatore del padiglione nazionale alla Biennale di Venezia, con i risultati che ci sono noti da anni. Vincenzo Trione, valido studioso ed accademico, avrà sei mesi per lavorare alla mostra più rappresentativa dell’Italia all’estero nell’ambito dell’arte contemporanea. Una presenza, quella degli artisti italiani nei riconoscimenti internazionali, sempre più esclusa (si vedano i nominati dell’Absolut Art Award a cura di Massimiliano Gioni tra i casi più recenti, 24 paesi diversi, nessun italiano).

Ai nuovi tagli al budget del Padiglione si aggiunge per Vincenzo Trione un sollevamento di una parte della stampa di settore: la mancanza di curriculum internazionale, di esperienza nel settore dell’arte contemporanea e nella direzione di un museo.

Vincenzo Trione ha vinto un “bando” ad invito del Ministero con il progetto intitolato “Codice Italia”; gli altri nomi partecipanti erano quelli del capo curatore dello Österreichische Galerie Belvedere di Vienna Mauro Codognato, il Direttore del Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Cristiana Collu, il Direttore del Man Lorenzo Giusti, quelli del Mambo, Gianfranco Maraniello, e del Museion, Letizia Ragaglia, il Capo curatore del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam Francesco Stocchi e il Direttore del Madre Andrea Villani.

“Il progetto ruota intorno all’idea di individuare lo stile italiano, individuare dagli anni ’70 ad oggi, con fortissima attenzione all’oggi, quelle personalità che hanno puntato a creare opere d’arte sorrette da cura e frequentazione con la storia dell’arte, con il percorso dell’arte, certo non in chiave reazionaria”, ha spiegato Trione, eleggendo Giorgio de Chirico, figura su cui ha pubblicato numerosi saggi, a suo “nume” tutelare (fonte Adnkronos).

Se il corso dell’attuale Ministero vuole distinguersi, è opportuno che risponda alla richiesta di trasparenza proveniente dal settore dell’arte e che legiferi su competenze, tempi e modalità a cui deve essere soggetta la nomina del curatore del Padiglione Italia, biglietto da visita del nostro Paese nel panorama internazionale. Non ci sono numi che tengano, a chacun son rôle.